giovedì 12 luglio 2007

Quando i Simpson si lasciarono inghiottire da 24


Il 20 maggio scorso sono andati in onda sulla tv americana gli ultimi due episodi della diciottesima serie dei Simpson. Una delle due puntate in trasmesse - 24 Minutes - rappresenta un caso unico nella storia dei gialli di Springfield e forse vale la pena spenderci qualche parola.

Nel post precedente avevamo fatto cenno al lavoro di Tarantino e a quanto fosse votato alla citazione. I Simpson, seppur in chiave diversa, hanno seguito un percorso analogo creando una piattaforma ideale per accogliere "porzioni di mondo" esterne alla serie. In questi 18 anni l'opera di Groening ha ospitato tanto persone reali (Ringo Starr, Barry White, Bill Clinton...) quanto riferimenti a film (Il Padrino, Quei bravi ragazzi, Full Metal Jacket...), la lista sarebbe quasi infinita.
In 24 minutes ad essere citata è la famosa serie "24", in onda dal 2001 e giunta finora alla sesta stagione. Come è noto, ogni season di 24 vuole rappresentare fedelmente - in 24 episodi da circa 40 minuti (spazi pubblicitari esclusi) - le ore di una giornata di Jack Bauer, detective dell'antiterrorismo americana. Nell'episodio dei Simpson, un Bart molto simile a Jack Bauer dovrà scongiurare, con l'aiuto di Lisa e Skinner, lo scoppio di una superbomba puzzolente creata della banda di Secco.

Fin qui nulla di strano. Ma quando 24 entra in contatto con il mondo di Groening accade qualcosa di inaspettato: per la prima volta nella loro storia i simpson si lasciano del tutto assorbire dalla citazione, abbandonano le proprie regole per adottarne altre.

Ma come funziona normalmente la citazione nei simpson? giusto due parole.
Nei Simpson, salvo qualche eccezione, la citazione è una questione rapida, che si risolve in fretta, e infatti in ogni episodio può essercene più di una. Di solito si tratta di una singola scena (che strizza l'occhio a qualche classico del cinema) o del cameo di qualche volto noto. Sulla struttura della puntata, insomma, si innesta un elemento esterno, pratica che rappresenta il riconoscibilissimo valore aggiunto di casa-Groening.

In questo caso, invece, l'episodio si piega in tutta la sua durata alla forma di 24, omaggiando continuamente i suoi elementi caratteristici: il timer in sovrimpressione, le musiche ossessive, la divisione dello schermo in più finestre. Ma è il cambiamento del linguaggio e del modo d'agire di Bart e di Lisa a restituire con maggior efficiacia la stranezza dell'episodio: per tutto la puntata - e salvo poche concessioni al comico - i due fratelli sembrano copie fedeli degli agenti di 24. La scena in cui Bart (un Bart che a dire il vero ha molto poco in comune con il Bart che conosciamo) colpisce ripetutamente Nelson con un cesto di metallo per "farlo parlare" è l'immagine perfetta di quanto di strano c'è in questo episodio.

I Simpson si riducono così a cornice, a supporto (pluritestato e pluriaffermato) per presentare una storia che non appartiene al loro mondo. E in 24 minutes, per la prima volta, il processo di citazione si inverte: ora sono le concessioni al mondo tradizionale di Springfield a rappresentare le "strizzate d'occhio" al pubblico. I Simpson si sono lasciati inghiottire da 24.

Non è poco, soprattutto se si considera quanto detto rispetto a quelle che potrebbero essere le derive future dei simpson. Groening ha creato un mondo (un immaginario collettivo) che potrebbe andare ben oltre i confini della serie. Un episodio come 24 minutes ci spiega come.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Great work.